L’emergenza Coronavirus sta mettendo in seria difficoltà alle famiglie con persone disabili che necessitano di assistenza domiciliare. Gli operatori sprovvisti dei dispositivi di protezione individuali, come mascherine e guanti monouso, non possono svolgere il loro lavoro in sicurezza. Così molti genitori sono stati costretti a sospendere il servizio ritrovandosi completamente da soli.
“In questo preciso istante con l’emergenza del Covid-19 – afferma Rita Basso, vicepresidente ADI Famiglie Italiane – molte famiglie si stanno ritrovando con l’essere costrette a sospendere l’assistenza domiciliare e tutte le attività annesse, come la fisioterapia, per la mancanza di presidi: mascherine, camici, guanti e disinfettanti mani. Nel mio caso la Asl non ha ancora accordato la riduzione delle ore da me richiesta e sto rischiando di essere costretta ad avere infermieri senza i presidi, confidiamo nella società che gestisce l’assistenza che riesca a trovarli. Spero che la ASL risponda o che ci dia un’alternativa perchè veramente siamo in guai seri”. – conclude.
“Ho avuto fino al 6 marzo l’assistenza domiciliare e la terapia domiciliare, perchè mio figlio, proprio per le problematiche che ha, necessita di questa assistenza. – fa sapere la caregiver familiare Claudia Cecchini – A causa del Covid-19 però ho dovuto sospendere questi aiuti perchè gli operatori arrivavano presso il mio domicilio senza i dispositivi di protezione individuale. Nessuno dava a loro mascherine, guanti e quant’altro per accedere a casa mia in totale protezione e quindi ho dovuto scegliere tra la salute di mio figlio e le terapie. Sto facendo quello che posso, quello che mi indigna è che il Governo non ha ancora riconosciuto la figura del Caregiver familiare. Continua a trattarci come cittadini di serie c, tant’è che nel Decreto Cura Italia non ci ha minimamente menzionati. Spero di poter riprendere almeno in parte le terapie domiciliari perchè mio figlio sta avendo delle regressioni importanti per quanto riguarda le autonomie e le diverse intelligenze che riguardano il suo potenziale”. – conclude.
Disagi anche per le famiglie che si avvalgono dell’assistenza indiretta che, in assenza di protezioni, hanno preferito scegliere la via delle ferie con evidente sovraccarico di lavoro. Stessi problemi per le persone che vivono sulla sedia a rotelle, costretti anch’essi a rinunciare all’assistenza. In merito il Coordinamento Cittadino Accessibilità Decimo Municipio ha inviato una richiesta alla ASL Roma Tre affinchè possa fornire direttamente gli utenti dei presidi necessari.