L’associazione Marevivo ha lanciato una petizione sulla piattaforma change.org per chiedere al Parlamento di approvare con urgenza la legge Salvamare e non solo.
I volontari, infatti, propongono che il testo contenga un emendamento mirato alla pulizia dei fiumi e all’installazione dei sistemi di raccolta alla foce per intercettare i rifiuti: la plastica visibile in superficie rappresenta solo il 15% – spiega l’associazione – il resto è disperso nei fondali ed è più difficile da recuperare. Con il tempo si frammenta in microplastiche, crea problemi alla fauna, alla flora marina e a noi che la ingeriamo indirettamente. L’azione di fermare gli scarti è stata sperimentata con successo sul Po, sul Sarno e attualmente sul Tevere dove sono stati rimossi 1300 chili di rifiuti in due mesi. Facciamola diventare legge dello stato la sperimentazione sarebbe dovuta terminare a febbraio, ma e’ stata prorogata fino a maggio.
La legge Salvamare stabilisce che i rifiuti accidentalmente pescati in mare o nelle acque interne, siano assimilati ai rifiuti prodotti dalle navi e, una volta che l’imbarcazione giunge in un porto, possano essere conferiti gratuitamente negli appositi centri di raccolta di rifiuti.
La quantità di immondizia che si riesce ad intercettare, rispetto alle prime analisi effettuate, è triplicata – spiega la responsabile regionale dei contratti di fiume Cristiana Avenali che conclude: “Dobbiamo capire bene da dove arriva la plastica e, al tempo stesso, puntiamo a dare visibilità a un problema che riguarda tutti”.
Marevivo è una onlus che da 35 anni si impegna nella protezione del mare e delle sue risorse. Per le sue attività in Italia e all’estero, si avvale del supporto dei comitati scientifici e giuridici, ma anche di delegazioni territoriali e delle sue divisioni subacquea, vela e canoa & kayak. La mission dell’associazione è la tutela del mare e dell’ambiente. Marevivo lavora per la conservazione della biodiversità, lo sviluppo sostenibile, la valorizzazione e la promozione delle aree marine protette, la lotta all’inquinamento e alla pesca illegale e l’educazione ambientale.