“Mi trovo in Cina senza soldi e completamente isolato. La Farnesina mi aiuti”. E’ il grido d’allarme lanciato da Gabriele De Fazio, ballerino di Dragona che vive da anni nel paese asiatico. Secondo quanto denuncia, l’ambasciata italiana avrebbe lasciato al loro destino i nostri connazionali non residenti nella provincia di Wuhan, epicentro del coronavirus. Gabriele era tornato in Cina il 24 gennaio, con l’epidemia già in atto. Nessuno lo ha bloccato avvertendolo del pericolo e ora ha diffuso un video indirizzato alle autorità italiane, nel quale chiede aiuto.
La storia di Gabriele è paradossale perché lui all’inizio di gennaio era tornato a casa, nel quartiere di Dragona, a sud della Capitale, e poi il 23 si era di nuovo imbarcato per Kunming, “senza che nessuno mi facesse capire il pericolo che correvo”. Il ragazzo spiega che i voli per raggiungere l’Europa e l’Italia sono diventati “super-esosi, costano anche 3-4mila euro” e che lui aveva scommesso tutto nella sfida di un lavoro all’estero: “In Cina puoi affittare una casa solo se paghi un anno in anticipo, e lì sono finiti i miei soldi”. L’unità di crisi della Farnesina è operativa h24, al centralino arrivano minuto dopo minuto le richieste più disparate, a tutti vengono fornite indicazioni. Gli italiani che risultano iscritti all’anagrafe cinese sono 10.091, 1861 nel solo distretto di Pechino. A questo numero vanno aggiunti tutti coloro che vi vivono stabilmente pur senza avere preso la residenza, quelli che hanno fatto richiesta di un visto temporaneo per motivi di lavoro o di studio e, infine, i turisti. Tra tutti questi in seicento avevano programmato di lasciare la Cina, ma nel frattempo è scattato il blocco aereo. E chi è determinato a lasciarsi alle spalle lo spettro del coronavirus sta vivendo un’odissea.