Non solo droga, ma anche usura, gioco d’azzardo e gestione dei rifiuti urbani a Fiumicino e Pomezia. E’ l’allarme lanciato nell’ultimo report dalla Direzione Investigativa Antimafia, che ha individuato il litorale romano come un polo di forte attrazione per la criminalità organizzata. La presenza dell’aeroporto Leonardo Da Vinci, il porto di Civitavecchia e le principali stazioni ferroviarie attirerebbe sempre di più l’attenzione di Camorra, Cosa Nostra e N’Drangheta, che si vanno così ad aggiungere alle organizzazioni locali come i Casamonica e gli Spada. La Dia ha registrato un aumento del traffico di container oltre che di passeggeri. Uno scenario che, insieme alla corsa per l’aggiudicazione degli appalti pubblici, offre grandi prospettive imprenditoriali per le mafie che all’occorrenza collaborano anche fra loro negli investimenti. Un esempio è l’area pontina dove la convivenza tra gruppi calabresi e campani è risultata particolarmente funzionale negli affari illeciti, dall’usura all’estorsione e al riciclaggio.
All’occorrenza, le mafie tradizionali “interagiscono tra di loro e con altri gruppi locali che hanno adottato il metodo mafioso”. Nella relazione la Dia ricorda quindi la sentenza numero 1785 della Corte di Cassazione che ha riconosciuto il clan Casamonica-Spada-Di Silvio un’associazione di stampo mafioso.
Va ricordato che per “metodo mafioso” si intende la “capacità di ricorrere alla violenza, psichica o compulsiva, al fine di creare assoggettamento intimidazione ed omertà per il raggiungimento di fini illeciti”. La Dia fa presente che questo metodo, ad oggi, “prescinde dalla consapevolezza dell’ambiente circostante” e, per tanto, “non deve più necessariamente essere geografico”, bensì “sociale, modificando così l’unico concetto di ‘territorio’ storicamente pervaso dall’influenza di organizzazioni mafiose.
Anche l’area di Pomezia non è esente da infiltrazioni mafiose. “Nel 2018 – ricorda la Dia – si è rilevata l’operatività di un gruppo calabrese dedito all’usura ed all’estorsione, non disdegnando il ricorso ad azioni violente”. Al pari della provincia di Roma, anche l’area pontina si caratterizza per la presenza di vari tipi di organizzazioni criminali, “siano esse locali o proiezioni di quelle mafiose tradizionali (‘ndrangheta, camorra e Cosa nostra). Una convivenza funzionale alla realizzazione degli affari illeciti”, si legge ancora nel report.
L’attenzione delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine sul territorio resta alta (una conferma ne sono le diverse operazioni di polizia realizzate in questi mesi nella Capitale e nell’Hinterland), ma ciascuno di noi deve fare la sua parte denunciando. Questa è la vera antimafia.